Per chi ha una rubrica giornaliera, come me, il primo aprile è data infausta: cosa scrivere? Nulla che abbia qualcosa di intellettualmente rilevante, non ti crederebbero. Nulla che contenga una spruzzata di ironia, si rifiuterebbero di coglierla. Nulla che sia e appaia vero, penserebbero a uno scherzo. Nulla che non sia allineato al pensiero ossessivo prevalente. Che fare? Ciò che vuoi, ma fallo con accortezza, l’obiettivo è sopravvivere, senza portare il cervello all’ammasso: siamo in un periodo e in una terra di mezzo.
Se vuoi scrivere a favore del populismo nasconditi dietro Bergoglio: è l’unico autorizzato ad esserlo, perché, anche se lui non lo sa, lo considerano innocuo.
Compiaciti dei servizi giornalistici sulle sconcezze russe ad Aleppo, però sui danni collaterali (sic!) a Mosul glissa, sopra tutto fingi che non esistano campi di concentramento turco-tedeschi, atti a bloccare il canale balcanico.
Fai passare il messaggio di avere conseguito solo la licenza elementare, così nessuno potrà mai accusarti di aver copiato le aste del vicino.
Se non vuoi passare da gufo, non scrivere che Oscar Farinetti è stato costretto (da Codacons) a togliere “Italy” e accontentarsi di “Eat”.
Non pretendere che un ministro conosca il plurale di curriculum, in fondo si tratta di una lingua morta.
Non scrivere che il momento alto dell’attentato di Westminster è stato quando si è saputo che il terrorista islamico era nato in Uk: tutta la letteratura di supporto radical chic era salva.
Ricacciati in gola la domanda: come può un banchiere, esaltato per aver acquisito a prezzi folli banche in Germania e nei paesi dell’Est (poi liquidate malamente), dimissionato da Unicredit, poi da Mps, possa essere nominato ceo della più importante azienda italiana, che oltretutto si chiama Leonardo?
Evita la battuta da oratorio: “fortunati gli inglesi che potranno mangiare i cetrioli, sia curvi che dritti”.
Rifletti sullo scoop del direttore di Civiltà Cattolica, Antonio Spataro che osserva: “Il Papa usa il bagno chimico, come la gente”. Come la gente, capisci?
Non chiederti come può essere “storia” un viaggio primaverile a Roma di 27 poveracci, sempre in ritardo rispetto alla “Storia”.
Evita di approfondire il pensiero di Romano Prodi: “le due velocità devono evolvere in una velocità doppia”.
Taci su quelli che, in nome del business, collaborano (politicamente) con gli scafisti per mantenere regolare il flusso logistico. Il “certificato antimafia” per gli scafisti non è richiesto.
In conclusione, se non vuoi essere espulso dal consesso civile, per manifesta indegnità: a) Evita gli ambulanti, gli stabilimenti balneari, non chiamare un idraulico, se non sei certo che sia polacco; b) Non pronunciare mai le parole “taxi” e “tassista”; c) Atteggia la bocca (schifata) a culo di gallina e sibila quando parli della magistratura.
Se però sei ancora un uomo, insegna, almeno ai tuoi figli e nipoti, a coltivare il dubbio. E a sorridere, sempre.
Riccardo Ruggeri