Moutier è un comune svizzero di 7.477 abitanti. La maggioranza di questi, nel 1974, decise una “guerra di secessione” per separarsi dal Canton Berna ed entrare nel Canton Giura. Fu l’atto finale, dissero alcuni, di un processo di geografia politica risalente al Congresso di Vienna del 1815. Anziché le alabarde scelgono l’arma del referendum, e nel giugno del 1974 i giurassiani decidono di separarsi dal Canton Berna. Varie vicende si succedono, con votazioni e contro votazioni, fin quando, nel 2013, la maggioranza degli elettori decidono, definitivamente, di aderire al Canton Giura.
Ma gli abitanti di Moutier hanno il tarlo della libertà e della democrazia molto accentuato per cui domani, domenica 13 febbraio 2022, andranno di nuovo alle urne in solitaria. Questo Cameo esce il giorno prima delle votazioni per dare ai lettori, se lo vogliono, la suspence dell’attesa e verificare loro stessi il finale della vicenda domenica sera su internet.
I 4.300 elettori aventi diritto hanno deciso di sostituire i 13 consiglieri dimissionari con una nuova modalità elettorale che per i non svizzeri ha dell’incredibile: “sistema maggioritario a un turno, senza presentazione di liste”.
In soldoni significa che saranno le elezioni più libere al mondo. I 4.300 aventi diritto saranno contemporaneamente votanti e candidati, con i soli vincoli per essere eletti di possedere la cittadinanza svizzera, avere 18 anni, essere domiciliati nel comune da almeno 3 mesi e, udite udite, essere capaci di intendere e volere. Sulla scheda ogni cittadino può scrivere 13 nominativi, quanti sono i consiglieri comunali previsti. Sono eletti quelli che ottengono più voti, in caso di parità si tira a sorte. Per evitare casi di omonimia fra i possibili eletti, gli elettori devono aggiungere anche data di nascita, professione, indirizzo del candidato. Gli attuali 13 consiglieri che hanno dato le dimissioni erano tutti di centrodestra, mentre quelli di centrosinistra hanno rinunciato alla campagna elettorale per rispettare la libera iniziativa dei loro concittadini.
Invito i nostri politici di questo (osceno) Parlamento, sia chiaro, nato per colpa dell’oscenità di noi cittadini votanti del 2018, e che ha dato origine ai due peggiori Governi di ogni tempo (Conte 1 e Conte 2) di riflettere sul caso Moutier, nel momento in cui faranno la solita nuova legge elettorale di ogni fine legislatura. Oscena per definizione, perché concepita per i loro interessi di bottega del momento: nessun paese al mondo prima di votare cambia la legge elettorale. Non certo per adottare il loro modello maggioritario a un turno senza presentazione di liste, tecnicamente infattibile per un paese con 60 milioni di abitanti, ma per adottare quello svizzero classico. Cioè un proporzionale puro, però con referendum popolari, senza quorum, che possano ribaltare qualsiasi legge approvata dal Parlamento.
Ricordo quando molti anni fa le élite svizzere, tutti i partiti salvo uno, tutti gli industriali, i banchieri, l’Accademia, i Media, volevano associarsi, con modalità mascherate, alla UE appena costituitasi. Rappresentando costoro l’ottanta per cento delle forze politiche e il cento per cento delle élite, erano convinti di vincere il referendum. Lo persero rovinosamente. Così, grazie agli “ignoranti” di allora, oggi la Svizzera non è un Belgio qualsiasi ma uno del Paesi più prestigiosi al mondo e, il che non guasta, fra i più ricchi.
Modello che fa orrore alle nostre élite italiche ed europee cosiddette liberali, che sognano, dal giorno dopo aver promosso-subìto il suffragio universale, il modello fascistoide-epistocratico: votano solo i colti e i competenti. Come ovvio, sono loro stessi a dare ai loro compari la patente di “competenti-colti”. Prosit!