Un meraviglioso venerdì santo

Di 0 No tags Permalink 4

Venerdì 30 marzo è stata per me “una giornata particolare”. Da una dozzina d’anni a questa parte vivo la vecchiaia che avevo sognato, felice, come felice, grazie a Dio, è stata tutta la mia vita. Faccio, con piena soddisfazione, le tre cose che mi hanno insegnato mamma e papà, e che ho sempre fatto: “leggere, scrivere, lavorare”. Ho un obiettivo alto che riempie l’ultimo miglio della vita: cercare di ipotizzare in che mondo vivranno i miei nipotini. Non considero nessuno un avversario, solo amici con gradazioni diverse. Ho un solo nemico, però mortale: il Ceo capitalism, mentre gli amici che lo praticano li considero amici che sbagliano, assolutamente ricuperabili, se facessero un piccolo sforzo per uscire dall’ideologia. Vivo nei miei amati interstizi senza disturbare nessuno, però felice di essere “disturbato”.

La giornata del venerdì santo è iniziata al solito fra le 4 e le 5 del mattino (vado a letto presto) con il “finissaggio” (termine metalmeccanico) del Cameo e la sua spedizione. Poi la lettura delle mail ricevute in tarda serata. Una perla, quella di Rosanna, titolare di un bar ed edicolante (vi rimando al Cameo di ieri con la mia risposta). Questa lettera mi ha fatto immensamente felice perché, pur essendo passati oltre quarant’anni da quando sono uscito dalla classe operaia, per entrare direttamente (senza fare neppure uno straccio di doccia), nelle élite, e poi nell’establishment, l’imprinting che più apprezzo, quello della povertà dignitosa e colta che mamma e papà mi hanno donato, è rimasta intatta. Grazie ad essa sono in grado di capire il linguaggio e i sentimenti profondi dei miei concittadini, nel linguaggio della globalizzazione selvaggio definiti “perdenti”.

In mattinata, lunga intervista su Radio Padania a Giulio Cainarca. Aveva letto preventivamente ai suoi ascoltatori il mio Cameo di giornata (lettera aperta a Matteo Salvini). Giulio è molto bravo nelle interviste e coglie i pensieri profondi, sia della sua gente, sia dell’intervistato. Non so quanto gli ascoltatori abbiano apprezzato la mia analisi, immagino considerata fuori dal mainstream leghista e non, che considerava la loro vittoria, in comunione con i pentastellati, come conseguenziale alla volontà primaria dei cittadini di chiudere per sempre la stagione del renzismo piddino, del berlusconismo, delle sinistre anestetizzate.

In questa logica vedevo Salvini fuori dal governo (disegnavo un Enrico Cuccia in versione politica). Paventavo per lui e per Di Maio due pericoli: il rientro in gioco dell’establishment, attraverso eventuali tecnici da inserire nel governo, e dello stesso Presidente della Repubblica, qualora non fosse designato premier chi ha avuto i voti di oltre 11 milioni dai cittadini. Li invitavo a un corso rapido di linguaggio, doveva essere impeccabile verso l’Europa, mai polemiche, men che meno pugni sul tavolo, ripetere fino alla nausea il mandato degli elettori: essere radicalmente diversi dai governi precedenti (Monti, Letta, Renzi, Gentiloni), sanguinosamente bocciati nelle urne. Però rispetto degli accordi, nel quadro dell’interesse supremo del Paese, nessuna cessione di sovranità, rispetto della Costituzione. Esattamente ciò che fanno, con elegante cinismo e da sempre, Germania e Francia.

Al pomeriggio, intervista su Radio 24 all’amico di una vita Oscar Giannino. Ho ripetuto le stesse cose dette a Radio Padania. Spero di tornarci quando le mie previsioni saranno state o smentite o confermate. Quindi una telefonata di un imprenditore americano dell’East Coast (italiano di nascita e di studi) che ha avuto successo nel campo dell’Industrial IoT e della sicurezza informatica. Questi dedica tempo e intelligenza per dare contributi formativi a giovani universitari italiani di alto profilo, vorrebbe approfondire con altri due accademici il pensiero che sta dietro ai miei Camei. Trattandosi di attività “pro bono publico” ho accolto la proposta con entusiasmo. La giornata si è chiusa leggendo i tweet che dibattevano il mio Cameo di giornata, sono intervenuto con questo: “La vita mi ha insegnato che la maggioranza ha sempre ragione, anche se è bello essere minoranza. Sono le 23,17, buona notte a tutti”.

Un meraviglioso venerdì santo.

www.riccardoruggeri.eu

Comments are closed.