Guai credere che lo stile di vita sia la vita

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Mi sono chiesto: si può appartenere all’establishment, essere cioè globalisti, cosmopoliti, e al contempo appartenere alla classe operaia, quindi essere populisti, sovranisti? Molti dicono di no. Se prendiamo la vita seriamente, quindi anche come un divertissement, perché no? L’importante è non credere che lo “stile di vita” sia la “vita”.

1 Quelli dell’establishment stanno tentando di costruire, dicono, un mondo “riformista”. Chissà cosa significa, visto che il capitalismo classico è di gran lunga meglio del ceo capitalism. Staranno mica scambiando lo stile di vita con la vita? Questo giochino furbesco l’ha inventato Tony Blair, il trio Clinton-Bush-Obama l’ha trasformato in metadone, per arrivare al farsesco “nì-nì” (né destra né sinistra) di Emmanuel Macron. Mi chiedo, con un sussurro, siamo proprio sicuri che quella sia la strada giusta? Perché abbandonare il vecchio modello destra versus sinistra nel quale siamo cresciuti?
Costoro ci hanno spiegato che dobbiamo: a) concentrarci sull’abbattimento dei costi per favorire il consumatore (lo stile di vita); b) globalizzarci, per far uscire dalla fame 1 miliardo di asiatici e di africani, così anche noi staremmo meglio (anni fa un prufesur ci diceva che con l’Europa avremmo lavorato un giorno in meno e guadagnato come avessimo lavorato un giorno in più: mentiva spudoratamente); c) rimanere sempre connessi a una turpe piattaforma monopolista; d) condividere tutto con tutti, salvo quel 1% che non condivide nulla con nessuno, dicendo “io sono io, e voi …”.
E’ il modello di The Circle di Dave Eggers (libro e film), se questo si imporrà solo quelli dell’establishment avranno un lavoro vero, interessante e ben retribuito, mentre gli altri saranno semplici consumatori, lavoreranno poco e saltuariamente (gig economy), saranno pagati poco, ma avranno il reddito di cittadinanza. Una mancia mensile, la cosa peggiore per un uomo libero. Con il modello “destra versus sinistra”, di riffa o di raffa, quelli dell’establishment sono stati al potere per settant’anni, siamo sicuri che, con il nuovo modello “alto versus basso”, sarà la stessa cosa?

2 Quelli della classe operaia, delle partite iva, dei pensionati, insomma quelli che un tempo potevano usufruire dell’ascensore sociale, con il modello “destra versus sinistra”, di riffa o di raffa, si sono arricchiti (certo, chi più, chi meno), hanno migliorato reddito e status, con una certezza: avere una qualità della vita migliore di quella dei loro padri. E così è stato, per quelli della mia generazione, mentre per i nostri figli e nipoti, non è e non sarà più così. Sono impoveriti come classe media e si sentono sedati come classe operaia, si sono presi la loro “vita” lasciandogli lo “stile di vita”. Insistono, vogliono che si mettano en marche, dovrebbero camminare dietro il markettaro di turno, in fila per due, tenendosi per mano, e pure sorridere, ilari. In realtà, spesso li vediamo, come a Londra, in fila per due, con le mani sopra la testa.
Siamo sicuri che con il nuovo modello “alto versus basso” non sarà peggio di prima?

Curiosamente ho fatto (faccio) parte delle due classi sociali descritte, queste sono state e sono le mie due case, con identico affetto tratto entrambi i miei vicini di casa. Da dieci anni sento che c’è qualcosa che non va, l’atmosfera si è fatta sempre più pesante in entrambe le case, mi pare di vivere in un clima di guerra civile strisciante. Avendo ancora energie (minime) che faccio? Leggo, studio, rifletto, viaggio, e poi scrivo, scrivo. Ho già scritto oltre 10 milioni di battute, da poco è uscito un mio libro (America, Un romanzo gotico, Marsilio editori), mi sono focalizzato sul paese mito dell’Occidente, l’America. La risposta completa non l’ho ancora, ma un passo in avanti nell’analisi della scenario l’ho fatto. Comunque, una cosa è certa, se sei perbene, puoi essere contemporaneamente “globalista” e “sovranista”. E poi? Abbi fede, qualcosa succederà.

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