NOI ÉLITE SIAMO RIMASTI IN BRAGHE DI SETA.

Di 0 No tags Permalink 0

E adesso che fare? La parte più truce di noi élite è senza parole, si è chiusa in un imbarazzato silenzio, ha immediatamente prolungato le vacanze di una settimana per guadagnare tempo (per fortuna la tariffa alberghiera non è più quella di alta stagione). In realtà scopriamo che, proprio noi, professionisti del sapere, delle strategie, delle tattiche sofisticate, noi grondanti di titoli e di riconoscimenti internazionali di ogni genere, cosmopoliti per eccellenza, non abbiamo in berta neppure uno straccio di piano B. Proprio noi che ridicolizzavamo il vecchio accademico fissato dei piani B e C. Non ci posso credere.

Avevamo descritto il Truce come il Mussolini 2.0 preparandoci a un ventennio fascista (i più prudenti di noi avevano già riaperto le case a Saint Moritz e sul lago Ceresio), tutti i nostri amici cosmopoliti euro-americani, la loro stampa di regime, Silicon Valley, la Finanza globale, Vescovi, attori di Hollywood e nostrani, elemosinieri laici, influencer da miliardi di follower, ci stavano supportando perché ce ne liberassimo. Addirittura Francia, Germania, Olanda, Paesi scandinavi avevano mandato le loro flotte di ONG acquatiche all’attacco di Lampedusa per dare al Truce la spallata finale. Nostri giornalisti d’assalto avevano persino scoperto una fantozziana tangente russa in petrolio da trasformare in dollari (dove i birbanti avranno stoccato il petrolio?), e noi abbiamo subito sollecitato un intervento della Magistratura. Lo abbiamo fatto ob torto collo perché dei magistrati, in fondo, noi non ci fidiamo: pur avendo “solo vinto un concorso” (l’equivalente di “prima si faccia eleggere”), hanno dimostrato, a partire da Mani Pulite, di non rispettare i nostri tabernacoli. Diciamocelo, seppur in via riservata, i magistrati non potranno mai essere dei nostri.

E il Truce, anziché attendere la nostra spallata finale, che fa? Fa una mossa all’apparenza sbagliata, nel momento sbagliato, con parole sbagliate, con procedure istituzionali sbagliate e si suicida in diretta Facebook. Nei nostri protocolli non avevamo previsto che il Truce non fosse Mussolini 2.0 ma un banale sufflè sgonfiato. E scopriamo, con orrore, di non essere preparati alla bisogna. E poi nel mondo digitale il modello on/off può trasformare, in un istante, un leader, sia in un perfetto idiota che in un genio, dipende da come finisce.

E ora, non avendo il classico piano B, che succede? La scena, anziché prenderla, come avevamo previsto, il nostro agente politico all’Avana che si era subito impossessato in termini politici del fatto, la prende un avvocato dal curriculum (sterminato ma vacuo) che i nostri maggiordomi, 15 mesi fa, avevano già demolito, ironizzandoci sopra con eleganza. Al solito, sono emerse anche in questa vicenda, le nostre ataviche carenze nella valutazione delle persone comuni (noi pensiamo che chi non è élite sia necessariamente un maggiordomo, specie se è acculturato) ci ha portato a non riconoscergli una sua dignità.

Dopo un anno di bieco servilismo al leghista, l’avvocato si ribella, si toglie la mouchoir de poche, diventa l’Avvocato. In Parlamento demolisce il Truce, punto. Ma sull’abbrivio, demolisce pure il nostro agente all’Avana e i suoi intrallazzi da sacrestia, tenta di fare del Pd una scatola di tonno e, quel che è più drammatico, occupa il centro della politica. Ma il “centro” è il nostro tabernacolo, vorranno mica sottrarcelo? E noi? Non abbiamo colto l’attimo e adesso siamo in braghe di seta.

Zafferano.news

Comments are closed.