MINICAMEO

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MINICAMEO

L’AUTO NON È NÉ UN FARMACO NÉ UN BENE DI LARGO CONSUMO

 

Non posso che assumere che la direttiva “2035” della Commissione Ursula 1 sia stata concepita senza fare neppure uno straccio di studio di marketing per capire cos’è effettivamente l’auto per il cittadino comune (cliente).

Di certo non ha capito il “segnale debole” sotteso alla rivolta dei gilet gialli.

Quando ero un giovane operaio Fiat ci volevano 8 stipendi per comprare l’ultima nata, la 600, mentre oggi per un operaio Fiat ce ne vogliono 18 per un’auto elettrica equivalente.

La Baronessa di certo non sa che per un cliente l’auto non è né un prodotto di largo consumo (da gestire con le tecniche del marketing e della pubblicità) né un farmaco (ove la paura fa accettare al cliente qualsiasi forma di intermediazione finto colta).

Per il cittadino comune l’auto era, ed è, un’estensione del suo tinello. Comprare un’auto è come comprare l’alloggio.

Ancora oggi, per i non ZTL, l’auto è rimasta un membro-robot della famiglia, con cui si vive, si lavora, ci si svaga, in piena di libertà.

Teoria sviluppata da Henry Ford I nel 1915, quando lanciò il mitico modello T. Fu Ford a vincere la “guerra elettrico-benzina”: Detroit Electric dichiarò bancarotta e l’elettrico scomparve. Fino al 2004, quando Elon Musk lo ridisegnò.

Per regolamentare prodotti diversi dai cetrioli bisogna studiare, sperimentare, studiare … e poi lasciar decidere al mercato.

È curioso che siano proprio i figli intelligenti e colti della casta patrizia neoliberista, di cui la Commissione è zuppa e zeppa, ad avere un approccio così dirigista per raggiungere gli obiettivi di una politica spesso velleitaria, fino al ridicolo della filosofia woke. Prosit!

Zafferano.news

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