Un libro in ottica giustificazionista sarà utile al Renzi candidato premier?

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I due libri Révolution e Avanti, di Emmanuel Macron e di Matteo Renzi curiosamente si rassomigliano, pur avendo avuto genesi diverse, l’uno è servito per essere eletto, l’altro per tornare in gioco dopo una sconfitta. Il primo l’ho letto, del secondo è giorni che esamino stralci, però così ben selezionati dall’autore, dai suoi spin doctor, dall’editore, che è come l’avessi letto. A me pare che entrambi si siano ispirati al punto 5 del Manifesto futurista di Filippo Tommaso Marinetti. Eccolo: “Noi vogliamo inneggiare all’uomo che tiene il volante, la cui asta ideale attraversa la Terra, lanciata a corsa, essa pure, sul circuito della sua orbita”. Lo dico brutalmente, ho l’impressione che entrambi non abbiano lo spessore culturale e l’energia rivoluzionaria di Marinetti, pur essendo due persone perbene appaiono due furb da pais (in piemontese è termine ironico e affettuoso), più strutturato il francese, più giocherellone il nostro. Mi auguro arrivi presto un Paolo Villaggio 2.0 perché entrambi hanno probabilmente i primi tratti-profili della futura maschera fantozziana, quando il futuro megadirettore galattico delle piattaforme digitali californiane avrà sostituito l’antico Duca Conte Balaban.
I due libri rappresentano la metafora del mondo nel quale costoro hanno scelto di vivere, un mondo ove la menzogna politica è il filo di un gomitolo che fa e disfa sempre nuove spirali (alle vecchie menzogne, per sopravvivere, se ne devono aggiungere sempre di nuove), diventa il carburante che tiene vivo l’attuale modello politico economico. All’inizio erano di certo persone perbene, immagino lo siano ancora, ma gli obiettivi che si erano dati allora erano talmente eccessivi rispetto alle loro qualità che alle prime mosse esecutive (maledetta execution) cadranno e verranno percepiti peggiori di quello che sono. E’ il dramma di dover sempre alzare la posta.
Paiono entrambi seguaci del “modello selfie”: ti metti al centro di te stesso e fai click, poi ti guardi, e sorridi pensando che gli altri debbano amarti perché hai condiviso un istante di vita con loro. Lo trovo l’aspetto più triste di quest’epoca, il selfie trasferisce un’infinita solitudine a colui che lo pratica o lo riceve, perché è un grumo di menzogne che vuol apparire verità. Mi chiedo: è Macron il sefie di Renzi o Renzi il selfie di Macron?
Oggi per i leader è relativamente facile arrivare al potere, ma rimanerci a lungo, soprattutto tornarci dopo che ti hanno abbattuto, è quasi impossibile. Noi cittadini, insoddisfatti sia del modello, sia dei leader che lo rappresentano, siamo a nostra volta in un cul de sac. Pur sapendo che i sostituti non saranno all’altezza, per abbattere il modello non abbiamo altro mezzo che liberarci dei leader al vertice.
Come analista al momento sono poco interessato a Macron. Deve fare il suo percorso, l’approccio iniziale è stato bonapartista (però ai francesi piace), aspettiamo sereni quando le sue eleganti chiacchiere diventeranno execution. Però ieri a Trieste è stato perfetto: “Sì a rifugiati siriani ed eritrei (dove c’è la guerra), i migranti economici teneteveli o rispediteli al loro paese, certo non contate sulla Francia”. Un Marine Le Pen-Matteo Salvini in purezza.
Il caso di Renzi è più interessante, lui tenta un’impresa disperata. Per tornare al potere deve: a) essere (ri)scelto dall’establishment, che questa volta un’alternativa l’ha: Paolo Gentiloni, rivelatosi un impeccabile butler; b) essere supportato dal suo Pd, ma non basta, pure da Giuliano Pisapia e dai reduci di Silvio Berlusconi; c) essere votato dagli italiani.
Ammesso e non concesso che superi gli ostacoli a) e b), sarà difficile superare il terzo. In effetti, mettiamoci nei panni di noi elettori: l’abbiamo seguito bovinamente per 34 mesi, ha fatto il bello e il cattivo tempo, è stato arrogante in modo insopportabile, si è circondato di giovani maneggioni, ha scelto lui su cosa essere giudicato (il referendum). Allora 20 milioni di noi (60%!) hanno detto No, nel frattempo i risultati a consuntivo si sono rivelati fallimentari, l’Europa lo snobba, i ministri tecnici pure.
Ora ha scritto un libro in un’ottica giustificazionista, per riottenere l’investitura popolare. E’ credibile?
www.riccardoruggeri.eu

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