“IDEA” È LA SINTESI DI “IU” (INTELLIGENZA UMANA) E “IA” (INTELLIGENZA ARTIFICIALE) E SI IMPORRÀ CON DOLCEZZA

Di 0 No tags Permalink 0

Da anni vivo, con imbarazzo, questa atmosfera di “rabbia” diffusa, ove la politica, l’economia, la giustizia, la cultura, l’ideologia, ci stanno precipitando in un girone infernale. Purtroppo, i media di regime (sinistri, destri, centrini) cavalcano ed amplificano, con la loro volgarità colta, questa “rabbia”. Vivere significa cercare un’armonia umana in ogni singola attività praticata. Armonia è la settima parola chiave di IDEA, quella che meglio la sintetizza.

Cos’è IDEA? È la sintesi organizzativa fra IU (intelligenza umana) e IA (intelligenza artificiale) ed è concepita per imporsi con dolcezza. E nuove leadership, diverse dalle attuali, fruste e ridicole, l’applicheranno nei tempi che saranno necessari. Con IDEA nessuna rivolta, nessuna rivoluzione, il processo di cambiamento sarà lento ma implacabile, si compirà per “salti”, e si concluderà solo quando tutti i tasselli saranno andati al loro posto.

Il professore emerito Maurizio Dardano ha recentemente scritto che “rabbia” è un vocabolo ad altissima frequenza nella stampa quotidiana e no. La politica della rabbia va oggi di moda, come la rabbia dei tifosi, la rabbia dei contribuenti, la rabbia dei manifestanti, la rabbia degli emarginati. Per fortuna, molto meno presente la rabbia dei giovani, se escludiamo i “maranza” di entrambe le specie, griffati e no.

Dardano  alla parola “Rabbia” (latino rabies) sia il significato originario (idrofobia) sia quello derivato (eccesso d’ira, furore, sdegno, sinonimi più moderati di rabbia). Ricordo i miei insegnanti del primo dopoguerra: se nei compiti scrivevo “mi sono arrabbiato”, suggerivano i più corretti “adirato, incollerito, inquieto”. E spiegavano che “Rabbia” non ci appartiene, è “malattia virale che colpisce i mammiferi carnivori, e che può essere trasmessa all’uomo mediante il loro morso”. Insomma, cose da cani!

Perché noi editori ci prestiamo ad accettare, spesso a cavalcare, lo scontro politico attraverso ridicoli format, l’ultimo arrivato è quello del fotogiornalismo d’accatto? Sui media di regime ormai non trovi nulla di ragionato, ma solo una sequela di imbarazzanti giudizi personali sulle leadership degli uni o degli altri. Mi chiedo, perché?

Perché non spiegare, ad esempio, che la politica dei dazi, in certe fasi storiche sfilacciate come questa, è prassi. Il dazio è una sconfitta sia per chi lo pratica che per chi lo subisce, soprattutto per le leadership al potere. Per l’America non è che un ritorno ai tempi della guerra di secessione: il Nord voleva i dazi per proteggere la sua nascente industria, mentre il Sud voleva continuare ad essere esportatore (cotone in primis) grazie ai bassi salari derivati dalla schiavitù. I Sudisti erano esattamente come la Cina di oggi, quelli campavano grazie allo schiavismo africano, questi si arricchiscono con lo schiavismo asiatico (eppure della losca Cina i nostri colti tacciono). La parola patrizia “colonialismo” è stata sostituita da “globalizzazione”, che altro non è che una riverniciatura della stessa, con il solito grido “abbiamo eliminato la povertà”. Questo tipo di riflessioni vorrei leggere, meglio se con più versioni alternative, affinché come lettore possa farmi un’idea personale.

Oggi, un comune lettore le notizie le ha in diretta, e sono gratuite; sul giornale che compra vuole leggere commenti indipendenti e non settari. Che fare? In questi casi, sempre più frequenti, mi rifugio nell’ascolto di Hallelujah del mio coetaneo Leonard Cohen. Non è un omaggio a una persona amata, a un idolo politico o a una figura religiosa, ma molto più semplicemente un’ode alla vita e all’amore.

Che senso ha vivere da perenni arrabbiati? Colleghi editori e giornalisti, un modesto suggerimento dall’alto dei miei novant’anni: diamoci una calmata, nel XXI secolo uno a uno verranno al pettine tutti i nodi del XX, tenuti nascosti, anche da noi, sotto il tappeto della storia. Anziché agitarci sul nulla, prepariamoci seriamente a prendere decisioni, e noi lo sappiamo che saranno dolorose. Prosit!

Zafferano.news

Comments are closed.