Cari amici per quattro settimane Zafferano si riposa. Se volete, potete scaricare il Libro “GUERRA, IL POZZO NERO DELL’UMANITÀ, come ovvio gratuitamente.
È stato scritto seguendo lo schema mentale di IDEA, mixando cioè pensiero strategico e linguaggio come strumento di leadership.
Buone vacanze e un abbraccio affettuoso, riccardo
Qua vi anticipo la:
INTRODUZIONE
Alla guerra devo tutto, nel male e nel bene.
Nell’arco di due mesi, nella primavera del 1944, due bombe americane mi cambiarono la vita, per sempre.
La prima, a Torino, distrusse la nostra casa (popolare) fermandosi al piano terra; noi tre salvi, ma trasformati in topi domestici.
La seconda, ad Aulla, mi squarciò la gamba, i medici di Fivizzano mi salvarono la gamba e la vita.
Avevo 9 anni, grazie alle due bombe divenni maggiorenne.
Solo anni dopo capii molte cose della Guerra. Era il pozzo nero dell’umanità, E poi, con lei mai si doveva scendere a compromessi, la vita è più importante della morte, mentre la Guerra è portatrice solo di morte. Me lo insegnò Luis-Ferdinand Cèline: “Dalla prigione, esci vivo, dalla guerra no. Tutto il resto sono parole”.
Al contempo dovetti riconoscere che, sopravvissuto alle due bombe, queste mi trasmisero una grande autostima che mi accompagnerà per tutta la vita, facendomi credere di essere diventato, grazie ad essa, un leader naturale.
Da diecimila anni tutti sanno che la Guerra non si può normare, una volta che scoppia viene praticata con ferocia, e qualsiasi arma i duellanti abbiano a disposizione (dalla clava al fucile, alle bombe antiuomo, ai gas, all’atomica) la usano, perché sanno, da sempre, che una volta cominciata finisce solo quando uno vince e l’altro perde. E perdere significa o diventare schiavo (vedi Atene e Roma) o morire. Queste sono le regole immutabili della Guerra. Chi la pratica, in ruoli di comando, almeno per me, è un criminale di guerra. E lui, se è una persona perbene, nel profondo della sua coscienza, lo sa.
E la Pace, altra parola ambigua, altro non è che un momento specifico della Guerra, un’attesa fra quella in corso e quella che seguirà. Il pacifismo è un’umana sensibilità, un atteggiamento che merita molto rispetto, ma è omeopatia, non medicina.
Non ho mai capito, e forse mai lo capirò, perché quelli del Popolo accettino di combattere e di morire in guerra in nome e per conto di Patrizi. Come aveva osservato Jean-Paul Sartre, le Guerre le fanno i Patrizi, e le fanno contro altri Patrizi, per difendere o incrementare le loro ricchezze. Al Popolo è assegnato, da sempre, un ruolo mercenario, se muore lo chiamano eroe, se sopravvive avrà un nastrino o una medaglia (di latta). Perché non si oppongono? In quel di Sarzana, un cugino di mia mamma, un anarchico, come lei pieno di ironia, al giudice (fascista) che lo giudicava per il suo rifiuto, ricordandogli la scritta sul muro “La legge è uguale per tutti”, rispose: “Mi perdoni Vostro Onore, lei però la guarda con il deretano”. La magistratura serva ebbe quel che le competeva, e lui finì in prigione, sorridendo.
Leadership criminali, sia del Novecento che del XXI secolo, hanno modificato, addirittura in peggio, le fino allora immutabili modalità della Guerra: era roba da militari, solo loro ne erano coinvolti. Nel Novecento cambiò tutto, con la decisione delle leadership militariste di bombardare i civili per far finire prima la guerra (ignobile decisione politica, che ebbe il suo diapason a Hiroshima e a Nagasaki) imposero a tutti un ruolo alternativo: o collaborazionisti o scudi umani.
Oggi, tutte le persone perbene di ogni popolo della terra sono state trasformate in potenziali scudi umani dell’uno o dell’altro Patriziato.
Quindi, il campo di battaglia della Guerra fu spostato dalla terra al cielo: la morte non sarebbe stata più orizzontale, bensì verticale, saette celesti avrebbero occupato i cieli, assumendo nel tempo nomi diversi.
Da quel momento i destinatari di una morte prioritaria divennero i vecchi, le donne, i bambini, e i luoghi delle battaglie campali le città, le case, le scuole, le chiese. Gli indifesi ebbero la priorità della morte celeste, con il privilegio di morire non da uomini, ma da scudi.
E l’alternativa era una sola, cercare di sopravvivere a mo’ di topi, in sotterranei, pozzi, cantine, dove un tempo si custodivano le patate, il lardo, la vita.
Dalla Seconda guerra mondiale, i “Patrizi” d’Occidente e d’Oriente ci hanno ridotto ad essere tutti scudi umani di leadership criminali, identiche nei comportamenti, seppur opposte nell’ideologia.
E dire che oggi dovrebbe essere tutto chiaro. Ottant’anni di (finta) Pace in Europa ci hanno insegnato che il nostro costoso sistema economico ha bisogno della Guerra per alimentarsi. Ormai è certificato anche dai colti: dobbiamo armarci per salvare il PIL!
E così arriviamo alla follia avanguardistica tedesca: “Si vendono meno Volkswagen? Si fanno meno profitti? Si facciano più Leopard!”
Ma non ci dicono che per affondare una portaerei da 10 miliardi di $ basta un missile da 15 milioni di $; o viceversa, per abbattere un drone da 200 $ ci vuole un missile Patriot da 3 milioni di $. Numeri pazzi di un mondo impazzito.
Ci beiamo di essere cresciuti grazie alla globalizzazione (selvaggia) e all’interconnessione (feroce) ma ora ci stiamo accorgendo che la crescita l’abbiamo pagata con la “privatizzazione” della politica, stante la trasformazione dello Stato in una società per azioni possedute da loschi “Clan” patrizi.
E anche quella che continuiamo a chiamare falsamente democrazia sta scomparendo nel silenzio dei più. E silenziosamente è scomparsa pure la vecchia distinzione fra militari e civili, perché fin dalla Seconda guerra mondiale i civili sono stati cooptati, loro malgrado, nelle forze armate. E non avrebbe potuto essere diversamente, visto che le armi di distruzione di massa, nel frattempo, erano state assunte in cielo. La Guerra è diventata volante, e le bombe mai sarebbero diventate, come le spacciavano le diverse propagande di regime, chirurgiche. E nacque lì l’ignobile locuzione “morti per danni collaterali” e non il più banale “assassinio di cittadini inermi”.
Curiosamente il Patriziato parla di riarmo, ma si guarda bene di parlare del suo pendant, la leva obbligatoria: avrebbero una mostruosa emorragia di voti! E lo sanno, ma tacciono, però vanno avanti, dritti verso l’abisso.
Ai giovani del Popolo bisognerebbe dir loro che in caso di guerra saranno destinati al fronte, dove si muore. I giovani patrizi non hanno questo problema, dalla presunta guerra saranno esentati per status e censo, se avvenisse scoprirebbero di avere già un posto assicurato in qualche università australe o nei sottoscala dei palazzi del potere (in America, è codificato: tutti nella Guardia Nazionale!). Così come avviene con gli Haredim, i timorati del Dio d’Israele, per i quali “la morte è preferibile alla divisa militare”. E così per i giovani patrizi ucraini rifugiatisi in Svizzera o i giovani patrizi della nomenclatura putinista a Dubai. Questo è il mondo del Patriziato.
Le giovani generazioni pare non riconoscano più i Parlamenti e le relative leggi, li hanno sostituiti con i Social, dove ci si conta, ci si divide, ci si riaccoppia all’infinito, con più scioltezza ma con gli stessi risultati.
Così come è ridicolo il complottismo di alcuni estremisti del Popolo. Tranquilli, al potere in Occidente non c’è alcuna Spectre e nessun Dr. No, ma vecchi Clan di Patrizi che hanno semplicemente perso la “forza vitale” della leadership. Arrivati al potere per ragioni di “Clan”, nella pratica si sono scoperti per quello che erano, degli incapaci.
Per chi sceglie la Guerra come agente di cambiamento o di sopravvivenza, resta irrisolto il dilemma: nelle guerre, che leadership ci vogliono?
La storia ci ricorda che la Guerra esalta, in un senso o nell’altro, i Leader. Per me “Leader è colui che con il cuore sussurra al cervello i giusti comportamenti.”
Nassir Ghaemi, psichiatra di fama mondiale, ha studiato i disturbi mentali dei grandi Leader che hanno dato il meglio di loro in guerra, dimostrando scientificamente come la sofferenza mentale possa forgiare leader capaci di cambiare il corso della storia, proprio nei momenti di massima crisi. Nel capitolo 5 troverete due casi emblematici, e speculari, quello di Winston Churchill e quello del Mahatma Gandhi.
Questo Libretto riporta le riflessioni scanzonate di un ultranovantenne, che ha talmente tanto operato e vissuto nel magico mondo dei Leader, da ben conoscere molti dei loro “Tabernacoli”, solo per averli individuati e studiati per tutta la vita. E lo ha fatto proprio per mettere a punto IDEA.
Nessuna condivisione dei pensieri e degli atti dei pacifisti (parziali o totali poco cambia) perché la cosiddetta Pace altro non è che una “stazione di sosta” fra una Guerra e l’altra, che nella sostanza rafforza la Guerra, con la finzione che possa esserne l’alternativa.
Da diecimila anni non esistono alternative alla Guerra, se non eliminarla. Nessuno l’ha mai neppure tentato. Atene e Roma, di cui noi europei andiamo tanto orgogliosi, erano continuamente in guerra per impossessarsi della merce all’epoca più preziosa: gli schiavi. Confessò Eraclito: “La Guerra è padre di ogni cosa, è Re di ogni cosa. È la Guerra che ha reso alcuni schiavi, altri liberi”. I loschi storici di regime chiamarono quella greca e romana “democrazia”, senza specificare che i patrizi campavano sfruttando, in modo osceno, gli schiavi, uomini come loro che si erano arresi o erano stati sconfitti sul campo.
Non c’è dubbio che i Patriziati occidentali e orientali sono precipitati in una gravissima crisi economico-esistenziale, cominciano a capire, specie osservando la “Cassa”, che la Guerra è sempre più costosa, ed è sempre più difficile trovare idioti disposti a morire per conto loro (persino la Russia deve saccheggiare le carceri!). Stanno prendendo atto che la Guerra risolutrice di problemi non se la possono più permettere.
L’Europa poi, quella che si vantava di essere in pace da ottant’anni (dimenticando furbescamente le ignobili guerre iugoslave) improvvisamente si rende conto di avere la Guerra ai suoi confini, e scopre di essere senza armi, senza soldati, e soprattutto con la “Cassa” vuota.
Se questa situazione si consolidasse, sarebbe una svolta radicale per l’umanità tutta. E sarebbe positiva.
Senza “Cassa” non c’è Guerra! (Ricordiamoci come hanno fatto i soldi i Medici e i Rothschild).
Senza “Cassa” si scatenerebbe l’inferno nei Board patrizi dell’Occidente e dell’Oriente!
Osserviamo i comportamenti di oggi, imbarazzanti al limite del ridicolo, dell’America e della Russia e della Cina che sta dietro le quinte: tutti e tre gli Imperi stanno prendendo atto di essere in un cul de sac. Si stanno rendendo conto di dover rinunciare ai loro sogni imperiali perché la “Cassa” piange! E sanno che, per salvare almeno la “cadrega” potrebbero avere una sola via d’uscita: una nuova Yalta. Un accordo fra criminali di guerra, come fu allora.
E qua mi fermo. Nel mio piccolo, sogno un mondo non in pace, perché questo sarebbe utopia in purezza, ma un mondo diverso, dove almeno si eliminino le guerre regionali. E rimanga solo la deterrenza atomica, nelle mani (purtroppo) dei Tre, per perseguire l’obiettivo supremo dell’umanità, che (purtroppo) non è la giustizia e la libertà nel mondo, ma molto più banalmente evitare la Terza guerra mondiale.
È possibile? Non lo so, ma mi domando: c’è un’altra alternativa?
Ciascuno di noi per rispondere a questa domanda può seguire un proprio percorso mentale. Personalmente per studiare e mettere a punto IDEA, e quindi per scrivere, anche della Guerra, ho seguito questo schema mentale:
1 Pensare per parabole
2 Decidere per contro intuizione (intendo “pensiero divergente”, “creatività”)
3 Parlare e scrivere per metafore
IDEA è una leadership culturale senza scopi di lucro, cerca di fornire configurazioni innovative nel pensare strategie, modelli organizzativi atti a ridefinire i confini della complessità della vita. Certo, IDEA configura sogni, ma non è, e non sarà mai presente sul mercato delle chiacchiere.
IDEA ipotizza un Chiostro di meditazione dove ciascuno, in libertà, possa scegliersi temi, interlocutori, tempi. Nell’ultimo capitolo questo concetto verrà approfondito.
Prosit al colto pubblico e all’inclita guarnigione combattente!

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