Ogni anno ad agosto il Cameo si mette in pausa, ovvero si prende qualche licenza, di forma e di sostanza. In questi casi, o tratta argomenti leggeri con un certo sussiego o argomenti seri con leggerezza. Li ho chiamati “Lampi dall’ombrellone” per intendere che nascono da un pensiero improvviso, come fosse un tweet, ma vengono poi elaborati in un contesto diverso dal solito, come l’ombrellone o il rifugio alpino o la jacuzzi di un resort. Per questo primo numero agostano ho scelto un argomento in teoria bollente, in realtà fuori moda: il sesso.
Da ragazzo mi concessi un eccellente auto educazione sessuale, seppur, come usava allora, solo teorica, e di taglio in gran parte letterario. Passai dall’italo-fascista Pittigrilli, (pseudonimo di Dino Segre), all’anglosassone democrat Henry Miller (quello dei due Tropici ), alla franco-giacobina, Anaïs Nin (la prima a coinvolgere il padre in nove giorni di lussuria alla ricerca del sesso supremo), al protocollo indo-contorsionista del Kamasustra. Infine quella medico-scientifica-sociologica del Rapporto Kinsey (sul comportamento sessuale della donna). Libri brevi, succosi, soprattutto ben scritti, i primi, lunghissimo e incomprensibile, stante la mia giovane età, quello di Alfred Kinsey.
La mia educazione sessuale fu simile a quella dei politici, degli intellettuali, degli accademici, degli economisti di oggi: divenni ferratissimo sulla teoria, assente nell’execution. Imparai allora che la competenza, oggi tanto esaltata (lo era pure allora, eccome), era sì importante ma valeva solo se la trasformavi in execution, quindi in risultati. Divenni adulto, e poi un manager di successo, quando capii la differenza fra competenza e seghe mentali, che molti, anche in tarda età, confondono. Più ragioni per schemi, più sei prolisso nello scrivere e nel parlare, più sei ripetitivo, più tromboneggi, più stai entrando nel magico mondo delle seghe mentali. E non ne esci più, l’onanismo diventa la tua filosofia di vita, il tuo valore aggiunto umano tende ad azzerarsi. Per usare le categorie del ceo capitalism sei uno zombie colto, futuro kapò di uno Zoo idiota.
Mi considerai non più un ragazzo, ma un uomo con un futuro incorporato, quando scoprii che avevo il “sesso risolto”. Capii che questa qualità avrebbe avuto un gran peso nel mio futuro professionale e umano, e così è stato. Se ho avuto una vita felice (l’ho avuta) credo di doverlo anche a questo asset che la natura mi aveva donato, e io avevo coltivato artigianalmente.
Oggi leggo che è nato un algoritmo (“Exs Leadership Dna”), di tipo binario che lavora su un insieme di competenze manageriali (dalla visioning al problem solving) e del potenziale rispetto alle quattro dimensioni della learning agility, a cui si aggiungono altri parametri specialistici. E’ stato concepito per selezionare Ceo e alto management. E’ stato uno dei miei mestieri per tanti anni, anche se l’ho svolto in modo artigianale. Chiederò ai miei vecchi amici della Sda Bocconi se l’algoritmo è in grado di individuare la presenza-assenza di “sesso risolto” nel candidato. Nella mia valutazione aveva un certo peso.
Scrivere di sesso in modo ironico e viverlo con nonchalance è arte sopraffina, temo non compatibile con l’essere, da un lato costantemente connessi, dall’altro succubi di ogni sorta di app e di algoritmi. Almeno in agosto, sfiliamoci dalla tecnologia, gettiamola nel nostro cassonetto virtuale, sorridiamo, ridiamo, gustiamoci la libertà di pensiero, laterale e contro, torniamo giovani.