1 L’incomprensibile tentato suicidio di Renzi
Perché Matteo Renzi ha voluto sfidare l’establishment sul rinnovo di VincenzoVisco come Governatore, sapendo che avrebbe perso, e pure malamente? Bankitalia ormai è solo più un brand, un palazzo, un ologramma. Governatore de che? Usiamo il termine esatto per descriverla: “Branch (succursale) italiana della Bce”. Non nella forma, ma nella sostanza la nomina spettava a MarioDraghi e lui aveva scelto Visco, punto.
Come italiani dobbiamo invece chiederci cosa servano i 7.250 dipendenti (oltre 800 milioni di costi annui) stante che le funzioni nobili ormai le svolge la Bce. Se Renzi avesse fatto una battaglia sull’efficienza-efficacia di Bankitalia saremmo stati tutti con lui. Così invece ha costretto SergioMattarella a uscire dal torpore istituzionale del Quirinale e, insieme al felpato come lui PaoloGentiloni, mostrarsi agli italiani come decisori. In realtà, decisori de che. Ripeto stiamo parlando di una Branch della Bce, casualmente ora governata da un italiano ma molto presto da un tedesco.
Rimane incomprensibile la strategia “ferroviaria” di Renzi che, attraverso un percorso politicamente a zig zag, all’apparenza marcia spedito verso la sua trombatura, prima in Sicilia, poi alle politiche di primavera. Ormai nel Pd renziano non ci sono più persone della sinistra operaia, solo democristiani di sinistra che neppure frequentano i circoli ex comunisti che hanno occupato.
Renzi avrà una mossa segreta, per sparigliare le carte e fare in realtà filotto? Se l’ha, per noi analisti sarebbe una débâcle dalla quale difficilmente ci riavremo.
Quello che oggi si può dire è: in questo momento, tutti, pare a loro insaputa, lavorano per MatteoSalvini.
2 La scommessa di Grasso
Lo confesso il PietroGrasso politico non mi ha mai convinto. Prima di tutto proprio perché è stato un eccellente Procuratore, per di più nella Sicilia di Giovanni Falcone. Non mi ha convinto perché la penso esattamente come PiercamilloDavigo “Un Pm non è capace di fare politica, esistono evidenze empiriche”. La stessa locuzione vale sostituendo a Pm, Ceo.
Invece, leggendo la sua intervista a Repubblica l’ho sentito sincero sulle motivazioni per lasciare il Pd (sono un analista che vive di sensazioni populiste), l’autodefinizione “ragazzo di sinistra” mi tornava, ma da qua a diventare leader della Sinistra-Sinistra ce ne corre. Il leader c’è, si chiama MassimoD’Alema, non è più spendibile ma c’è, serve un DiMaio qualsiasi per partecipare ai talk show televisivi. La storia dirà, con brutalità, che il “rottamato” D’Alema ha, a gioco medio-lungo, “contro rottamato” Renzi.
Un consiglio, caro senatore Grasso: meglio rimanere nella panchina (imbottita) delle riserve della Repubblica.
3 America: la strage causata dagli oppioidi
Il pezzo della settimana, il pezzo “alto” per me è stato però quello di AlbertoFloresd’Arcais: un argomento drammatico, la strage causata dagli oppioidi in America. Durante la scrittura del mio libro “America un romanzo gotico” fui a lungo indeciso se mettere delle “cartoline” che negli anni avevo scritto, e non pubblicato, su questo tema. Poi decisi di non farlo, il libro era già un pugno nello stomaco per il mondo liberal dei salotti newyorkesi e californiani che metterci un carico da 90 come la droga povera (prescription opiods) lo ritenni eccessivo. Il ceo capitalism nella sua veste istituzionale era già, nel mio racconto, sufficientemente esplicativo, sia nelle sue volgarità operative, sia nella sua miseria strategica, per cui era inutile aggiungere pure i danni alla salute, fisica e morale, che avrebbe provocato.
Come ovvio i Ceo della droga hanno fatto le stesse scelte strategiche dei Ceo dell’economia ufficiale: puntare tutto sulla radicale riduzione dei costi, sul potenziamento del prodotto (e suoi effetti), quindi sull’abbattimento dei prezzi, affinché i figli derelitti della gigeconomy possano drogarsi a costi infimi come fanno i ricchi con la coca.
L’offerta di oppioidi ormai è vastissima, da supermercato Amazon, i prezzi in caduta, la droga ormai costa come i gamberetti indonesiani o i chiodi in ferramenta. Gli Stati più colpiti sono quelli detti degli Appalachi, un immenso territorio che va dal West Virginia al Kentucky orientale, ma gli oppioidi si stanno diffondendo a macchia d’olio. Qua trovi ex miniere di carbone, falegnamerie a cielo aperto, mandriani che sembrano usciti da un libro di Steinbeck, montanari che si fanno di hillibilly heroin. Le élite vincenti definiscono costoro, con elegante disprezzo: “i perdenti della globalizzazione”. Su oltre 2 milioni di americani (in gran parte bianchi) ormai oppioidi dipendenti, i 5.000 morti del 2012 sono diventati 33.000 nel 2016 e quest’anno saranno almeno 50.000, in crescita esponenziale. Tutti concentrati negli Stati dove il ceto medio, grazie a BarackObama, a Silicon Valley, alla globalizzazione selvaggia è collassato, e proprio dove DonaldTrump ha vinto la presidenza.
Questi oppioidi stanno arrivando anche in Italia, il primo morto lo troviamo, e non poteva essere diversamente, nella periferia di Torino (gli Appalachi de noaltri), ex cartown e ora città europea della cultura.
riproduzione riservata