Autointerviste sotto l’ombrellone:
5) Scenari da incubo per quelli al potere

Domanda. Riccardo, stamane ti vedo più pimpante del solito, ci sono novità?
Risposta. Nessuna, oggi niente chiacchiere con i vicini di ombrellone, solo lavoro, è arrivato il mio amato maestrale, sento la protezione delle dune, di cui sono perdutamente innamorato, mi sono bevuto un bicchiere di latte di capra, mi sento forte come il Toro di Cairo, ho deciso di scrivere un Cameo ove il ceo capitalism si fa minotauro.

D. Che cosa vuoi di più dalla
R. Nulla, ed è pure estate. Diceva l’immenso Ennio Flaiano: “Non c’è che una stagione, l’estate. Tanto bella che le altre le girano intorno. L’autunno la ricorda, l’inverno la invoca, la primavera la invidia, e tende puerilmente a guastarla”. Da quando mi tocca vivere sotto il tallone di questo sconcio modello in salsa californiana, passando il mio (tanto) tempo a studiarlo per cogliere tutti i suoi punti deboli (non posso fare altro), ho scoperto una sua caratteristica, che però apprezzo: per sopravvivere è disposto a tutto, anche a mangiarsi i suoi leader, sia quelli che al potere ci sono già, sia quelli che anelano ad andarci. È talmente cinico e spietato che non difende neppure quelli che stanno dalla sua parte e lo servono col tipico servilismo dei servi: sai, quelli felici di essere servi? Ho osservato, è la prima volta che mi capita, il suo modello in una molteplicità di forme, ora pure in una versione “app Minotauro”. Quando si accorge che un suo leader è diventato inviso al popolo, la app crea intorno a lui una nuvola di cipria profumata (ricordi l’olezzo tecnologico all’apertura di Saks Quinta Strada?); appena la cipria si disperde, il leader di maggioranza o di opposizione scompare, inghiottito dall’oblio. Chi si ricorda ancora di Monti, Letta, Napolitano, Vendola, Bersani? Ci paiono figure del tardo medioevo, eppure fino a ieri pontificavano. Di colpo è come mai fossero esistiti, resettati persino per i libri di storia.

D. E tu sei contento?
R. Certo che lo sono, mi sento come i miei antenati (civis romanus sum), erano sì servi dell’imperatore, però avevano una razione giornaliera di pane (pane di cittadinanza) e facevano il bagno serale gratis; di più, al Colosseo potevano alzare il pollice verso l’alto o verso il basso, segnando il destino del luogotenente imperiale che li vessava o di quelli che volevano sottrarre a costui la campanella (pardon, lo scettro). Era un referendum in diretta, come quello di novembre. Prendi il caso Merkel, il più eclatante. Qualche tempo fa, inopinatamente dichiarò che avrebbe preso (nota l’orrendo verbo padronale) almeno un milione di profughi siriani. Eccitazione generale, le élite di ogni razza e specie esultarono, così le Chiese, religiose e laiche, solo i soliti gufi dissero che avrebbe fatto una selezione dei profughi privilegiando i siriani più acculturati (e laici) per avere manodopera di qualità a basso costo per i suoi industriali, novelli Albert Speer. Quando ne arrivarono troppi, e capì che continuando così non sarebbe più stata rieletta, giravolta di 180 gradi e muro con filo spinato in Macedonia, con affidamento della difesa dei confini tedeschi (pensa te) a un feldmaresciallo turco, che alla modica cifra di 6 miliardi di euro avrebbe fatto per lei il lavoro sporco. Povera Merkel, presto sarà degradata a massaia dell’ex Ddr, alla quale tutti faranno le corna (geniale il Cav., lo fece in tempi non sospetti. Chapeau!).

D. Adesso a chi toccherà?
R. A tutti gli altri. Cameron è precipitato negli inferi; Hollande è politicamente ridotto a un vegetale, usato solo per i funerali, perché canta bene La Marsigliese; Obama è in una camera iperbarica, per restituirlo a gennaio, rifatto, alla sua (splendida) famiglia; Hillary Clinton non è ancora stata eletta (lo sarà) ma è politicamente già morta. Adesso tocca ai tre giovani italiani. Salvini ha avuto l’autorizzazione a suicidarsi: lo fa in modo fanciullesco, dicendo una serie di battute senza senso, ma ci sta riuscendo molto bene. A Di Maio hanno concesso l’opportunità di un ultimo pasto pantagruelico, lui ha invece preferito fare un giro nelle principali capitali dell’Occidente per sentire il profumo del potere, che mai respirerà. Contento lui … A Renzi lasceranno l’onore delle armi, visto che non è stato eletto dal popolo costringeranno noi popolo a votare “no” al referendum (lo faremo, ma non è giusto coartare la nostra volontà, molti di noi vorrebbero votare “sì”), in modo che le regole democratiche siano rispettate, se non “in entrata” almeno “in uscita”. Così va il mondo, caro Riccardo.

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@editoreruggeri

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