“UNA GABBIA IN CERCA DI UN UCCELLO”. PARLARE DI CORRUZIONE CON UN MAGISTRATO (2)

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L’incontro con il giovane magistrato, di cui al Cameo precedente, si è ripetuto: per motivi diversi, entrambi l’abbiamo trovato culturalmente eccitante, al punto di continuare il gioco.

 

Per lui, convinto che con l’arrivo in forze di IA anche il suo mestiere cambierà profondamente, come sta avvenendo e ancor più avverrà per le forze di polizia giudiziaria, grazie alla copertura totale dei territori via telecamere, al riconoscimento facciale, all’uso sempre più esteso delle intercettazioni telefoniche. Per me, con la conferma della validità di IDEA, nel XXI secolo il cambiamento potrà avvenire solo con un nuovo modello organizzativo, con una nuova declinazione della delega, e l’accecamento dei Tabernacoli. Il tutto con un uso massivo di IA.

 

Insieme abbiamo coinvolto l’alleato basico di IA, il gratuito Google AI Overview,  elaborando questa domanda, complessa e criptica al tempo stesso, anche per il curioso parallelo che mischia diritto e business: “La corruzione ritardata sarà mica come l’obsolescenza programmata?”

 

È evidente che “la ciccia” è tutta nella domanda, per poterla fare bisognava conoscere il mondo del business, conoscere come sono ridotte le leadership attuali, come stanno evolvendo linguaggi e comportamenti organizzativi del CEO capitalism, nel suo sempre più “scandaloso” tramonto.

 

Invece, la risposta di IA è stata secca, diretta:  Sì, l’espressione che hai usato, “corruzione ritardata”, è corretta perché si può riferire all’obsolescenza programmata, una strategia aziendale in cui un prodotto viene progettato per guastarsi o diventare obsoleto dopo un certo periodo di tempo o uso, costringendo il consumatore a sostituirlo con uno nuovo e alimentando così il ciclo di consumo. Questa pratica, considerata un pilastro della società dei consumi e del capitalismo, porta a una sostituzione frequente dei prodotti e ad un aumento dei rifiuti”.

 

In effetti, questa pratica nacque un secolo fa (1924) con la creazione, addirittura in Svizzera, del curioso Cartello delle lampadine elettriche (riducendo, artatamente, la loro durata da 2.500 ore a 1.000) moltiplicando così fatturati e profitti, ovviamente a spese dei consumatori. Moralmente una schifezza. Ripetuta poi per un’infinità di altri prodotti. Avanguardista in un certo senso dei Cartelli della Droga per ottimizzare i prezzi al consumo delle diverse tipologie di droga.

 

Per chiudere il cerchio, prendiamo un’altra parola chiave del mitico mondo della corruzione: il capro espiatorio.

 

Ci ho scritto un libro, da me definito distopico – perché lo sia o per motivi protettivi, non è dato da sapere – come Il Processo di Achille KLì si racconta l’imbarazzante storia – che sia distopica o vera, non è dato da sapere – di Achille K. nell’osceno mondo del CEO capitalism contemporaneo costretto com’è stato questo a navigare nella palude della corruzione.

 

Già nelle prime pagine il lettore si trova spiazzato, perché “Achille K. si dice assolutamente innocente delle colpe ascrittegli, però decide di dichiararsi colpevole pur di non andare in galera, rifiutando al contempo una montagna di quattrini proposti dai Quattro per rendergli dolce il ruolo di capro espiatorio”. Storia e Personaggi del libro, il detto e il non detto della corruzione, sono sintetizzati in questa frase virgolettata.

 

Con il giovane magistrato XY abbiamo approfondito il tema del capro espiatorio, figura umana inventata 2.500 anni fa dai patrizi per gabbare la legge da loro stessi imposta al popolo, ma che, in certi casi, come questo, non doveva valere per loro. Di qui la necessità della figura tragica del capro espiatorio, per mantenere con ogni mezzo il potere.

 

Nel corso della storia dei crimini alti dell’umanità, sono nate tante varianti sull’utilizzo da parte del Patriziato del capro espiatorio (ebraica, greca, romana, medioevale, contemporanea) ma la più nota è quella (estrema) dell’estraneo che paga al posto del vero colpevole, come fu nello sconvolgente Affaire Dreyfus. (non a caso il capitano Dreyfus era un ebreo, nella cultura occidental-capitalista il capro per eccellenza). Oggi questa modalità criminale non sarebbe tecnicamente più praticabile. Ragionando in termini organizzativi, gli studiosi sostengono però che in certi casi si realizza un decoupling organizzativo, dove gli scopi dichiarati sono perseguiti in modo esplicito, mentre quelli reali sono perseguiti con modalità pattizie, quindi criminali.

 

Oggi, grazie alla tecnologia IA, e alla miglior trasparenza finanziaria internazionale, in casi estremi, è possibile arrivare ai colpevoli, anche se fanno parte di board o di salotti dall’atmosfera rarefatta. Al punto che costoro, per ottenere almeno il patteggiamentosono costretti a una mossa estrema: farsi capro espiatorio di loro stessi. Raggiungendo, in termini di immagine, il punto più basso al quale un patrizio al potere può scendere.

 

Chissà se qualcuno del mondo editoriale, avvalendosi del modello organizzativo IDEA, vorrà organizzare Chiostri di meditazione, per approfondire temi e approcci che facciano uscire il cosiddetto giornalismo d’inchiesta, chiamato a pascolare in quelle miserabili brughiere, dall’attuale sua grave crisi d’impotenza esistenziale. Il celebre Follow the money  potrà essere il motto che deve unire gli Stati (quindi la politica onesta), e la magistratura onesta con il giornalismo d’inchiesta onesto, come stimolo e battitore libero?

 

Prosit al colto pubblico e all’inclita guarnigione!                                                                                                                    2 Fine

Zafferano.news

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