Diceva Albert Camus che i principi vanno tenuti in serbo solo per le grandi occasioni.
Ci fu una stagione in cui eravamo pieni di scoop, i giovani giornalisti sognavano di diventare il Robert Redford di “Tutti gli uomini del Presidente”. Solo dopo scoprimmo che lo scoop era stato, in realtà, una banale copiatura di informazioni avute da Mark Felt vice direttore FBI (sic!), un losco funzionario che volle vendicarsi di Richard Nixon che non l’aveva promosso (sic!). Eppure lo classificarono giornalismo d’inchiesta, con tanto di Pulitzer.
Con il web gli scoop sono scomparsi, però ci sono montagne di informazioni già disponibili per approfondire i principi a cui accennava Camus. Prendiamo il caso del Superbonus 110%. Sappiamo essere stato uno degli atti politico-economico-culturali più ignobili perpetrati ai danni dello Stato, ma della sua storia conosciamo solo fotogrammi, singole scene, non il film completo.
Mi sono chiesto, perché non assemblare i fotogrammi e trasformarlo in scoop? Perché non cimentarmi nello scoop? Ciò che propongo però richiede: 1. grande dispendio di energie; 2. non temere di mettersi contro i potenti; 3. un’alta moralità sociale. Ho la seconda e la terza qualità, non più la prima. Quindi, getto la spugna, mettendomi a completa disposizione di chi voglia fare autonomamente lo scoop “Superbonus 110%”.
L’oscenità dell’operazione è tutta concentrata in quel numero (110%), perché è lui a dare evidenza alla truffa ai danni dello Stato. Sia chiaro truffa morale, non perseguibile perché prevista da una legge dello stesso Stato e applicata-confermata in successione da ben tre Presidenti del Consiglio, con plurime approvazioni dei due rami del Parlamento, tutte promulgate dal Presidente della Repubblica. Di più, i conti li avevano fatti le massime autorità contabili dello Stato, Ragioneria compresa. Il fatto che fossero sbagliate, e che ancora oggi, a quattro anni data, non si conosca a quanto ammonti il “buco” (sussurrano 150, forse 200 miliardi, sic!), la dice lunga sullo stato di salute etico-professionale della sua classe politica e di quella burocratica.
Siamo (giustamente) spietati verso corrotti e corruttori per tangenti di qualche decina di migliaia di euro, ma siamo stranamente passivi verso un’ignobile sottrazione di ricchezze da noi cittadini a: 1 pochi medio-alti borghesi (e pure qualche castellano); 2 imprenditori del settore che non hanno dovuto negoziare i prezzi visto che chi pagava (lo Stato) non era il committente: 3 un miserabile sistema bancario che campa di commissioni. E c’erano pure gli imbonitori politici che lo promuovevano al grido “Venite gente, venite, è tutto gratis!”.
Mi auguro che la truffa del 110% venga analizzata in termini non di reati (che per definizione non ci sono, essendo stati approvati da tutte le Istituzioni di ogni ordine e grado) ma di professionalità e serietà istituzionale dei decisori. Il Governo Conte (5 Stelle-PD-Sinistra) ha voluto il Superbonus 110% e i due Governi successivi lo hanno avallato, pur borbottando come fatto dai Governi di Mario Draghi (tutti i partiti meno FDL) e di Giorgia Meloni (centro-destra), il sistema bancario ha fatto la verginella, così il mondo imprenditoriale. Il “buco” nel bilancio dello Stato è mostruoso, eppure tutti fanno gli gnorri.
Ci rendiamo conto che questo “buco” mostruoso condizionerà il nostro futuro in modo ineluttabile, forse fatale?
Lo scoop sarebbe produrre un documento impeccabile che racconti, con un filo di ironia ma senza commenti, questa storia, con nomi-cognomi-parole dei vari attori, premettendo che non ha alcuna rilevanza penale ma solo professionale e morale per coloro che in modo diverso vi hanno partecipato.
In questa vicenda ha dominato l’ostinazione di chi l’ha voluto all’inizio e di chi a vario titolo l’ha reso possibile nel tempo. La stessa ostinazione dovrebbe averla chi farà questa analisi in chiaro, usando solo le “carte ufficiali”, raccontando semplicemente chi ha fatto cosa.
I lettori-elettori ripeteranno il leit motiv oggi di moda fra i colti quando appena si accenna a possibili tangenti a politici non della loro area? E cioè: “Si devono dimettere tutti, sia chiaro per ragioni di opportunità politica …”, dicono i moralisti da quattro soldi. A maggior ragione perché non farlo anche qua, visto che l’enorme “buco” lo giustifica ampiamente? Pensate, ci libereremmo d’un colpo dell’intero establishment politico-economico-culturale del Paese.
Attendiamo sereni candidature allo scoop Superbonus 110%.