Lor signori hanno l’orologio, noi abbiamo il tempo

Più ci avviciniamo alla fatidica data del 4 marzo più sono eccitato dall’attesa dei risultati. Eppure la campagna elettorale è volgare, moscia nella sua ripetitività, fine a se stessa, noi cittadini siamo assenti, le settimane passano, i sondaggi galleggiano nella stanca acqua della palude, tutti e tre gli schieramenti si sono ridotti, pur di fingere di aver vinto, a puntare a obiettivi diversi: il Centro Destra a essere la coalizione vincente, il Pd renziano ad avere il maggior numero di parlamentari, i pentastellati a essere il primo partito. Tre obiettivi parziali che non permette a nessuno di loro di governare. In realtà tutti sanno che l’unico dato che conta è uno solo: la somma dei parlamentari di Matteo Renzi e di Silvio Berlusconi (più cespugli vari e i soliti Scilipoti che raccatteranno a destra e a sinistra) rappresenterà o meno la maggioranza? Questo vuole l’establishment intellettualmente corrotto che ci governa, null’altro.

Mi torna alla mente un’analisi, che avevo fatto ai tempi del Governo Monti, ripercorrendo gli ultimi 80 anni nei quali sono vissuto. Scrivevo: “Noi degli anni Trenta siamo nati nel fascismo nero, sembravamo destinati al fascismo rosso, invece a Yalta tre leader imbarazzanti (per motivi diversi) decisero che, come italiani, venissimo assegnati al fascismo viola (nuance partito d’azione). Per un certo tempo il viola dette sul rosso (nuance catto-comunismo). Poi, dopo la caduta del muro, il viola si è fatto sempre più carico (nuance Silicon Valley, Clinton, Bush, Obama, Merkel, Draghi), ora con la vittoria delle élite globalizzate siamo destinati a tornare presto al nero. Una vita dentro e contro i fascismi multicolori la mia”.

Allora fui critico con me stesso, mi pareva un’analisi troppo radicale. Dopo Mario Monti si sono succeduti Enrico Letta, Matteo Renzi, Paolo Gentiloni e siamo arrivati a un nuovo appuntamento elettorale, fondamentale per il nostro futuro. Chissà se i miei concittadini capiranno che sarebbe nel loro interesse andare tutti a votare e scegliere da che parte stare. Da parte mia ho deciso di mettermi in pausa, riflettere, riflettere, riflettere. E’ un momento troppo importante per il futuro dei miei nipotini, devo essere saggio. Perché noi cittadini comuni dobbiamo attendere cinque anni per dire la nostra, guai sbagliare il colpo del 4 marzo.

Una sola cosa, noi cittadini comuni mai dobbiamo dimenticare la nostra forza morale: lor signori hanno l’orologio ma noi abbiamo il tempo. Fin che ci sarà il suffragio universale, finché non ci sarà il losco ballottaggio che crea bonapartisti d’accatto, siamo padroni del nostro presente e del nostro futuro. Godiamocelo e non scambiamolo per un piatto di lenticchie.

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