L’Italia post elezioni vista dal professor Codevilla

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All’uscita dei primi risultati delle elezioni del 4 marzo 2018, nella notte del 5 scrissi un Cameo ad personam al professor Angelo Codevilla. In tutti questi anni, Angelo è stato il mio riferimento politico, l’uomo che ha messo a punto il concetto di “Ruling Class” (Classe Dominante) mi ha aiutato nel mio lavoro di analisi e di studio per capire l’evoluzione del Ceo capitalism.

Mi scrive Angelo Codevilla:

“Con voce chiara e forte, gli italiani il 4 marzo con la scheda ci hanno detto: “Basta a come siamo stati governati e basta alla gentaglia che ci ha governato”. Purtroppo, dal 1919 in poi, e con parziale pause nel 1948 e tra il 1993 ed il 2006, il sistema politico italiano che avrebbe dovuto tradurre questa voce in una attività di governo, l’ha invece offuscata e indebolita.

Sia al Nord, sia al Sud, il no degli italiani è stato quasi unanime. Non ci sono maggioranze, né su programmi di governo né sugli eventuali governanti. Se poi aggiungiamo che i due vincitori, il 5 Stelle e la Lega, proprio quelli che dovrebbero rappresentare le speranze del Paese, si rifiutano di governare insieme, l’Italia è nel classico cul de sac.

Dato che un governo ci dovrà pur essere, la mancanza di una maggioranza positiva ed il rifiuto di compromesso tra i vincenti mette il problema nelle mani del Presidente Mattarella. Oggi al Quirinale c’è un superstite di quella stirpe di vecchi politici, proprio estirpata dal popolo il 4 marzo. Anche se volesse fare un governo che riflette i sentimenti popolari – quasi da escludere – dobbiamo chiederci: “Verso quali di questi sentimenti opposti orienterebbe il nuovo governo? E con chi?

Purtroppo, il sentiero più facile porta addirittura al solito governo dei (pseudo) tecnici. In altri termini, significherebbe rimettere l’Italia nelle mani di quella “gentaglia”, seppur colta, appena bocciata nelle urne.

La colpa non è solo del sistema. Sistemi maggioritari del tipo di quelli in essere in USA o in Francia collegano più direttamente i governi ai risultati elettorali. Ma se le maggioranze positive non esistono nel Paese, non c’è alcun sistema che le possa fabbricare.

I risultati del 4 marzo, spazzando via una generazione politicamente corrotta, hanno anche fatto emergere i contrasti nella politica e nei politici italiani. Questi si sono visti più chiaramente nei risultati dei collegi uninominali, dando il Nord alla Lega, il Sud ai 5 Stelle. Se lasciamo perdere l’aspetto anti sistema di entrambi, siamo di fronte a due culture politiche incompatibili. Il 5 Stelle getta sul tavolo tante cose, in genere poco chiare. L’unica chiara è la promessa del “reddito di cittadinanza”, così è stata recepita, specie al Sud. Come non escludere che metà dell’Italia abbia votato per un presunto diritto a ricevere un compenso senza lavorare. Per gli italiani del Nord questa presunzione sarebbe l’eresia di tutte le eresie, quella che Lincoln chiamava “Il vecchio Serpente, tu lavori, io mangio.”

Dunque dopo il 4 marzo i signori Di Maio e Salvini si trovano davanti al problema principale e perenne della vita pubblica italiana: trovare o fabbricare consensi maggioritari riuscendo a mantenere, al contempo, sia un accettabile livello di solidarietà nazionale sia permettere alle due culture di esistere.”

Grazie, caro Angelo, molto lavoro attende il Presidente Mattarella e pure tutti noi, che dobbiamo sforzarci di essere uomini di buona volontà per aiutare i nostri giovani ad avere un futuro dignitoso.

www.riccardoruggeri.eu

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