Letterina di Natale a Silvio Berlusconi

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Caro dottor Silvio, in questi anni le ho scritto molte volte, attraverso testate diverse, senza mai pretendere risposte, che giustamente non ho mai avuto. Con lei ho sempre usato la modalità di far precedere il titolo di studio al nome di battesimo, come si usa (usava) nella Torino sabauda per i personaggi importanti (i Re si appellavano solo per nome).

L’ultima volta che le scrissi fu nel luglio 2016, le riporto un frammento: “…. Lei è stato un uomo fortunato (cinque figli, tutti bravi ragazzi), un imprenditore straordinario (Mediaset), un politico innovativo, (Pratica di Mare). Però c’è un momento in cui occorre alzarsi dal tavolo e dire “io vado”. Uno come lei, un leader autentico, deve capire quando è ora di lasciare. Quello che le suggeriscono, cioè fare il reggicoda di MatteoRenzi, non è da lei. La soddisfazione l’ha avuta: per farlo fuori hanno utilizzato mosse da operetta, persino RomanoProdi si è accorto che qualcosa non quadrava. La Storia spiegherà il ruolo di GiorgioNapolitano e di MarioMonti e indicherà la verità (golpe, semi golpe, moral suasion?). Nell’immaginario collettivo di noi cittadini comuni lei rimarrà per sempre il Cav raccontato da GiulianoFerrara, quello che faceva politica da dilettante, mischiando ideali, affari, famiglia, bottega, sesso, il tutto con simpatica nonchalance, ciascuno di noi aveva un pezzetto di lei e lei interpretava i nostri sogni più nascosti, politici e no. Noi la vogliamo ricordare com’era in quel meraviglioso 25 aprile 2009 a Onna, sembrava più partigiano lei del Presidente dell’Anpi. Forza vecchio, caro Cav. Lei continua a esserci simpatico. Rispetto a quelli venuti dopo, in Italia, in Europa, lei resta un gigante”.

Lei in quel luglio 2016 non aveva colto il mio invito a ritirarsi, devo prendere atto che aveva ragione lei. La crisi economica, la vittoria del No, la secca sconfitta di Merkel e del “kapò” Schulz, la nascita di un nuovo partito a sinistra del Pd con un leader istituzionale come PietroGrasso, la crescita  del M5S e della Lega, hanno messo all’angolo Renzi, sopra tutto quella parte dell’establishment che aveva puntato tutte le sue fiche su di lui, senza capire la lezione del referendum. E al declino di Renzi ha fatto da contrappasso un suo ritorno al centro dello scenario politico. La strategia di costoro è chiara: Renzi porta i voti del PdR, lei porta i voti di Fi, Merkel e Macron sono garanti, PaoloGentiloni governa, lorsignori comandano. La vicenda Scalfari-Repubblica-Famiglia DeBenedetti ha mostrato però che la parte più radicale dell’attuale establishment ha una ripugnanza assoluta verso la sua leadership, che per alcuni sfocia pure nelle volgarità del personale.

Sembrerebbe una posizione ottimale: lei è l’unico a disporre dei mitici due forni della Prima Repubblica. Ebbene, da apòta, al suo posto diffiderei di questa opzione, troppo elementare, troppo ovvia, al punto da sembrare una trappola.

Dei due forni lei non ha bisogno, il contesto nazionale e internazionale gioca tutto a favore del centro destra. Infatti, dalle mie analisi risulta che la maggioranza silenziosa, quella che in Italia sempre decide il futuro del Paese, considera il centro destra il meno peggio. Resta un problema, ed è comunicazionale: assicurare i suoi vecchi elettori, già del Pdl, che mai e poi mai lei si avvarrebbe del forno dell’attuale establishment. Sembrerebbe facile, ma bisogna convincere un segmento strategico dei suoi elettori che temono personaggi alla Gentiloni, alla Calenda figure di quell’establishment che culturalmente non accetta né lei, né i suoi elettori (ovviamente i relativi voti sono graditi, se a costo zero).

Caro dottor Silvio, un suggerimento di un vecchio signore della sua età che da un trentennio, in tutti i periodi preelettorali, si trova in quell’area che i sondaggisti battezzano “indecisi, schede bianche, non votanti” (valiamo il 40-50% dell’intero corpo elettorale). Io andrò a votare, come sempre con sofferenza, ma deciderò per chi votare solo nel percorso da casa al seggio. Non sottovaluti noi maggioranza silenziosa, siamo percorsi da una rabbia interna che nessuno immagina e, mi creda, siamo molto più scaltri di quello che i politici e l’establishment pensano. Temo, per loro, che il 4 marzo i risultati del voto saranno sconvolgenti. Auguri di Buon Natale a lei e alla sua famiglia.

www.riccardoruggeri.eu

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